Martin Pittore - FRANK MARTIN

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FRANK M A R T I N - Martin Pittore

 

Biografia e personalità artistica.

 

FRANK MARTIN

 

(Rivarolo Canavese 1910 - Torino 1975)

 

 

E' nato il 17 marzo del 1910 a Rivarolo Canavese, in provincia di Torino.


 

Artista poliedrico e versatile, Frank Martin (il cui vero nome
era Gino Franco Vallero Dorset de Saint Georges) ha percorso un po' tutti gli itinerari nel mondo dell' arte che egli ha arricchito di lavori che vanno dagli oli agli acquerelli, dalle incisioni alle ceramiche, dalla poesia alla scultura, cominciando a dare i primi saggi delle sue possibilità all'età di quattro anni, quando disegnava con fervida fantasia pesci, fiori e volatili.


Ancora undicenne, ha realizzato in terra di Liguria le prime statuette in ceramica ed ha principiato a ritrarre quella natura che lo affascinerà per tutta l'esistenza.

 

 

Sulla spiaggia di Celle Ligure, dove Filippo Tommaso Marinetti aveva avuto modo di incontrarlo, è stato battezzato «alfiere e stendardo» del futurismo ligure-provenzale dal poeta italiano nato ad Alessandria d'Egitto; ed in quella occasione si è guadagnato l'appellativo di «rondone» che sarà la definizione ricorrente che egli amerà attribuirsi negli anni futuri.

 

Si sposò nel 1935 ed ebbe due figli.

Purtroppo, come fecero alcuni artisti, decise di abbandonare i suoi figlioli e la moglie per seguire il richiamo dell'arte.

 

Viaggiando molto e presenziando a mostre svolte nelle città più importanti del mondo (da Albissola a Bruxelles, da Roma a Copenaghen, da Firenze ad Amsterdam, da Torino a New York, da Parigi a città dell'Asia e dell'Estremo Oriente).

 

Frank Martin ha vissuto delle vere e proprie rigogliose stagioni in sodalizio con i grandi pittori a lui contemporanei, senza mai sminuire la pronunciata ed inconfondibile sua personalità.

 

Dopo il soggiorno in lrlanda si è trasferito a Parigi e nella metropoli francese ha frequentato assiduamente Léfebvre, Braque, Vlaminck e Matisse, tenendosi in stretto contatto anche con gli espressionisti della Scuola tedesca.

l suoi interessi artistici non hanno trascurato il teatro per il quale ha scritto interessanti lavori drammatici, firmandosi con il suo vero nome.

 

Nel 1939 è stato regista teatrale d'avanguardia e dopo il secondo conflitto mondiale ha ricoperto importanti cariche in crganizzazioni artistiche, scientifiche, letterarie
e culturali in genere.


Sovente, a causa dei conflitti bellici in corso, è stato costretto a ricorrere a vari nomi e pseudonimi, quali: Mann, G. F. d'Ors, Andrew Baals (soprattutto nel periodo cosiddetto «olandese» che va dal 1932 al 1939).

 

Come molti artisti anche nella sua vita bacco e tabacco hanno avuto una costante presenza ispirativa della vena artistica, purtroppo si spense a Torino il 9 ottobre del 1975 all'età di 65 anni.

 

Dal 1946 fino alla morte ha firmato come Frank Martin i suoi lavori, che oggi, a 33 anni dalla morte, popolano già le più importanti Gallerie ed arricchiscono le più accreditate Collezioni private.

 

 

 

 

Documentazione critica.

 

La pittura di Martin è arte pura che, da sola, apre un immediato dialogo con chi sta guardando.

 

E proprio perché pura l'arte di Martin esprime totalmente l'uomo, senza pericolo di errate interpretazioni o di nebulose concettualità.


 

È nella semplicità del disegno, nell'originalità della composizione, nella vivida luce dei colori, siano tenui che forti, amalgamati con rara lnaestrìa e tutti con un profondo significato, che traspare la ricerca affannosa di un bene mai raggiunto e sempre inseguito con dura tenacia.

 

In taluni suoi quadri si impongono gli occhi drammaticamente
espressivi di donne, il cui sguardo sconsolato ed ansioso sembra vagare su di un orizzonte che sempre permane vuoto dell'immagine desiderata.

 

La bocca mai atteggiata a sorriso, ma durante incisa in una smorfia di ansia inutile e di pena infinita, completa la figura femminile.

 

Così Martin ha immaginato la donna da sempre cercata e mai trovata. L'ha ritratta nella spasmodica attesa di lui, che però mai l'ha raggiunta.

 

Il duro disegno del corpo rivela la pena dei sensi inutilmente offerti.

 

In altri quadri è un susseguirsi di oggetti composti con un profondo senso della casa, di quella casa ricolma di affetto e di amore che lui mai ha posseduto.

 

Tazze immobili nello spazio, bottiglie dalle strane forme e
dai più dolci colori, finestre gialle di luce aperte su una vita
che si perde nei fondi dai colori o tenui o forti, ma sempre indicanti un universo che lui ha amato ed ama fortemente e nel quale cerca, come in un quadro, di ritrarre la bellezza infinita del cosmo, punteggiato da indicazioni zodiacali, soffuso di tinte tenui, meraviglioso nella concezione e nell' attuazione.

 

Martin nei suoi quadri lancia un messaggio. Dice chiaramente quale è la sua vita, passata e presente, e quale vorrebbe che fosse domani.

 

Potenza creativa di un uomo che con il passare degli anni ha intensificato sempre più la ricerca di un mondo che mai è stato suo.

 

E spesso insiste ripetendo gli stessi oggetti, gli stessi sguardi, ma sempre in modo diverso nel tratto e nel colore, frutto questo di una sublime fantasia ma anche di una lancinante sofferenza del suo spirito.

 

Nel dramma del duro tratto e del colore forte, esce spesso una note di dolcezza.

 

Quando il sangue gli chiede il vero amore, quando sente la grave mancanza della donna da amare totalmente, quando l'ambiente freddo che lo circonda gli impone l'assillante desiderio di una casa colma di calore di vita, Martin mette un fiore, mette dei fiori che, tutti, sono rossi o di tale intonazione.

 

E sono questi fiori che dicono quanto il suo cuore ami, quanto il suo spirito sia sublime,quanto la sua arte sia perfetta, quanto essa sia umana.

 

Il discorso sarebbe molto lungo. ma la brevità imposta non consente dfi andare oltre. devo però ancora sottolineare la facilità con cui l'arte di Martin parla agli uomini.

 

E' un dialogo perfetto, è una parola che dal quadro viene immediatamente percepita da chi guarda.

 

E quando un pittore riesce ad esprimersi come Martin, si ha la manifestazione completa della vera arte che attraverso una tecnica che non cerca inutili ed astrusi rinnovamenti, ma sempre più si perfeziona come, col passare degli anni, sempre più si perfeziona lo spirito dell'uomo che anela all'alto.

 

Così Martin ha inciso un punto nella sotria dell'arte, ed è certezza, che, passato l'autore, la Sua opera resterà testimonianza della vita di una vero uomo e di un vero artista.

 

 

(Mario Vezzani)

 

 
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